Chi ? 

Dott. Marino Faliero Ph.D. - Sanskrit Coaching

Orientalista e Storico delle Religioni. 

Dottore di Ricerca in Studi Indologici (India Classica e Medievale).

Nato nel 1963, iniziai gli studi universitari come iranista, sotto la guida delia Prof.ssa Paola Orsatti e del prof. Angelo Michele Piemontese e, come storico delle religioni, sotto la guida del prof. Ugo Bianchi. Dopo essermi ottimamente laureato nel 1991 in lingua e letteratura persiana con una tesi sul poema 'Vis u Ramin' di Fakhr-ud-Din Gurgani ("La presenza femminile nel poema persiano 'Vis u Ramin'. Riflessi letterari di strutture mitiche, psicologiche e simboliche"), proseguii gli studi sia nel campo degli studi iranici, sia nel campo storico-religioso. Contemporaneamente, iniziai ad avvicinarmi allo studio del Sanscrito e della letteratura religiosa indiana, sotto la guida del prof. Raniero Gnoli, del prof. Raffaele Torella e del prof. Fabio Scialpi, per ricordare i più cari. Nel campo degli studi indologici, ai quali - da allora - mi dedicai, in misura preponderante, i miei principali interessi si rivolsero alla letteratura tantrica shivaita e, in particolare, alle fonti manoscritte più antiche.

Nel 1998, ottenni l'ammissione al dottorato di ricerca in Studi indologici, concluso positivamente nel 2002, con una tesi consistente nell'edizione critica parziale del Tantrasadbhava, uno dei testi più antichi della scuola shivaita del Trika.

Durante il periodo del mio dottorato, ho pubblicato una recensione al volume di J.Bronkhorst, 'The Two Sources of Indian Ascetism' (Motilal Banarsidass, New Delhi 1998) nella Rivista degli Studi Orientali, vol. 73, 2000 (pp.324-331). Inoltre, ho collaborato come co-editor alla realizzazione dei due volumi 'Le Parole e i Marmi. Studi in onore di Raniero Gnoli nel suo 70° compleanno' (SOR XCII, Roma 2001) e, nello stesso periodo, ho collaborato alla realizzazione della sezione dedicata all'India nella 'Storia della Scienza', edita dall'Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani.

In seguito, ho pubblicato, nella Rivista degli Studi Orientali, un'altra recensione che prende in esame uno studio etnografico e storico dedicato al Tantrismo vishnuita, praticato presso un'importante comunità religiosa dell'India medievale, (Marzenna Czerniak-Drozdzowicz, 'Pañcaratra Scripture in the Process of Change. A Study of the Paramasamhita', Vienna 2003).

Dopo il 2006, lasciai la pratica attiva nel campo degli Studi Indologici accademici, principalmente per seguire altri interessi culturali, in particolare, a seguito all'incarico di Professore a contratto in "Scienze Umane - Discipline demoetnoantropologiche", da me ricoperto per l'A.A. 2006-2007 e per l'A.A. 2007-2008, presso il Corso di Laurea in: 'Tecniche della Prevenzione nell'Ambiente e nei Luoghi di Lavoro' (T.P.A.L.L.) Polo Universitario di Rieti - Sabina Universitas (I° Facoltà di Medicina e Chirurgia - Università degli Studi di Roma "La Sapienza").

I corsi monografici che portai avanti in tale periodo e in tale contesto, riguardavano l'inquadramento storico e le idee diffuse presso i movimenti culturali contemporanei che avevano come oggetto la salute e la guarigione del Corpo e dell'Ambiente (Medicine alternative, Yoga, New Age).

Trascorso un intero ciclo di Giove dagli anni di attività universitaria, nel corso di tempi più vicini a noi, nuove attività lavorative e nuovi interessi culturali succedutisi, non hanno, tuttavia, messo in ombra la competenza acquisita nella lunga e silente fase dei miei studi precedenti, permettendomi, anzi, una scrupolosa riflessione sugli errori metodologici da me stesso commessi, nell'affrontare gli ostacoli e le insidie della lingua sanscrita, fino a far luce sui numerosi vicoli ciechi in cui, con dispendio inutile di tempo ed energia, uno studente o anche uno studioso inesperto, potrebbe facilmente restare intrappolato, fino a smarrire l'iniziale entusiasmo.


अपा॑म॒ सोम॑म॒मृता॑ अभू॒माग॑न्म॒ ज्योति॒रवि॑दाम दे॒वान् ।

किं नू॒नम॒स्मान्कृ॑णव॒दरा॑तिः॒ किमु॑ धू॒र्तिर॑मृत॒ मर्त्य॑स्य ॥

ápāma sómam amṛ́tā abhūmā́ganma jyótir ávidāma devā́n ǀ

kím nūnám asmā́n kṛṇavad árātiḥ kím u dhūrtír amṛta mártyasya ǁ 

(Rig Veda, VIII, 48, 3)

"Bevemmo il Soma. Immortali divenimmo. Raggiungemmo la Luce delle stelle. Conoscemmo gli Dei.

Che cosa potrà mai, a noi, fare, la malvagità, o che cosa, la malevolenza - O Immortale - di un mortale?"



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