‘Estinguere l’Illusione’. Il Funerale tantrico secondo il Tantrasadbhāva.

12.06.2025

Il termine sanscrito bhrānti può esprimere varie sfumature di significato: "smarrimento", "vagabondaggio", "brancolamento", "barcollamento", ma anche, in senso più strettamente mentale e cognitivo, "perplessità", "confusione", "dubbio", "errore", "falsa opinione". Derivato dalla radice bhram, che significa "muoversi in modo incerto", "vagare", ma anche "errare", "essere confuso" o "illudersi", la bhrānti non è semplicemente un errore cognitivo, ma una modalità ontologica, segnata dall'inconsapevolezza e dalla confusione.

In questo contesto, i valori di vagabondaggio e di illusione vanno intesi in senso esistenziale, a rappresentare la vita umana, immersa nel ciclo interminabile della Trasmigrazione, con tutto l'insieme dei suoi punti di vista erronei e dei suoi abbagli, a livello tanto fisico quanto mentale o spirituale. Nel contesto della filosofia indiana con particolare riferimento al samsāra, il ciclo delle rinascite, bhrānti rappresenta lo stato ordinario dell'essere umano. La vita nel samsāra è caratterizzata da un continuo brancolare nel buio dell'ignoranza (avidyā), generata e alimentata da una percezione illusoria della realtà. In questo senso, Vagabondaggio è la metafora del nostro peregrinare da una forma di esistenza all'altra, alla ricerca di appagamento e significato, senza tuttavia riconoscere la vera natura della realtà. Illusione è il velo che copre la verità ultima delle cose. Nel Buddhismo, per esempio, la Vacuità; nel Vedānta, l'identità tra Ātman e Brahman.

Ogni essere umano, vive immerso in una condizione di bhrānti, dalla quale può uscire solo attraverso un cammino di conoscenza, di pratica e trasformazione interiore. Questa condizione non è una colpa individuale, ma un dato strutturale dell'esistenza. Si scambia il non-eterno per eterno, il dolore per piacere, il non-sé per il sé.

Di conseguenza, si costruiscono concetti e identità illusorie, alimentando attaccamento e avversione, due dei principali motori del ciclo del karma.

Il percorso spirituale di liberazione ha come scopo primario il superamento della bhrānti, attraverso il discernimento (viveka) tra il reale e l'irreale, il riconoscimento delle illusioni che governano i sensi e la mente e la stabilizzazione della coscienza in uno stato di consapevolezza non duale. In sintesi, bhrānti non indica semplicemente uno sbaglio di valutazione, ma la condizione stessa dell'essere incarnato non risvegliato: uno stato di vagabondaggio spirituale e percettivo in cui la mente barcolla tra apparenze mutevoli, senza mai afferrare l'essenza della Realtà. Comprendere e superare la bhrānti equivale, quindi, a iniziare il cammino verso la Liberazione e il Risveglio.

Il testo qui presentato corrisponde al Capitolo 26 del Tantrasadbhāva dal titolo "Antyeṣṭyādhikāra" ("Istruzioni sul Rito Finale"), attestato dai due manoscritti nepalesi completi a noi pervenuti e conservati nei National Archives of Katmandu (ms. NAK 5-445, ff.179b/6-181b/5, il più antico e ms. NAK 5-1085, ff.128a/2-129a/9).

La formula è quella consueta delle domande rivolte dalla Dea a Bhairava che risponde con l'insegnamento.



Per approfondimenti sul testo, uno tra i più antichi e autorevoli

della corrente śivaita della Triade, clicca qui.


  • | देव्य् उवाच ||
  • | devy uvāca ||

La Dea disse:


ज्ञानयोगं च दीक्षा च कथिता परमेश्वर |

अन्त्येष्टिं वद मे नाथ यथा भ्रान्तिर्विनश्यति || १ ||

jñānayogaṃ ca dīkṣā ca kathitā parameśvara |

antyeṣṭiṃ vada me nātha yathā bhrāntir vinaśyati || 1 ||

1) Lo yoga della Conoscenza e la Consacrazione sono già stati spiegati, O Supremo Signore. Parlami del Rito Finale (antyeṣṭi), O Maestro, di come l'Illusione (bhrānti) si estingue.


शुभाशुभकृतैः कर्मैर्गतस्यापि महाप्रभैः |

किमर्थं क्रियते त्विष्टिर् एषा भ्रान्ति सुरेश्वर || २ ||

śubhāśubhakṛtaiḥ karmair gatasyāpi mahāprabhaiḥ |

kim arthaṃ kriyate tv iṣṭir eṣā bhrānti sureśvara || 2 ||

2) Per colui che è ormai trapassato, con il fardello di azioni buone e cattive, a che scopo si pratica, con grandi bagliori di fiamme, questo rituale che sembra illusorio, o Signore delle Divinità?


यदि दीक्षा भवेन्मुक्तिः सर्वेषु चागमेष्वपि |

दीक्षतेऽपि गतो मोक्ष मनामयमलक्षणम् || ३ ||

yadi dīkṣā bhaven muktiḥ sarveṣu cāgameṣv api |

dīkṣate'pi gato mokṣa manāmayam alakṣaṇam || 3 ||

3) Se la consacrazione porta alla liberazione, in base a tutti i testi sacri, tuttavia, anche colui che è stato iniziato ottiene una liberazione di natura concettuale, priva di segni evidenti.


इष्टिस्तु क्रियते कस्य कथयस्व जगत्पते |

दग्धस्य दहनं नास्ति शुष्कस्यैव प्ररोहणम् || ४ ||

iṣṭis tu kriyate kasya kathayasva jagatpate |

dagdhasya dahanaṃ nāsti śuṣkasyaiva prarohaṇam || 4 ||

4) A beneficio di chi, si compie, allora, il sacrificio? Spiega, o Sovrano del mondo.

Non c'è combustione per ciò che è già bruciato, né crescita per ciò che è secco.


ताम्रबद्धे ममापन्नं पुनर्भावो न याति हि |

साधकाचार्यदेवेश पुत्रकाः समयज्ञकाः |

तेषां च कथिता इष्टिरेतन् मे निश्चयो महान् || ५ ||

tāmrabaddhe mamāpannaṃ punar bhāvo na yāti hi |

sādhakācārya deveśa putrakāḥ samayajñakāḥ |

teṣāṃ ca kathitā iṣṭir etan me niścayo mahān || 5 ||

5) Non si va a nuova esistenza, infatti, anche se deposti nel ricettacolo di rame.

Maestro e discepolo, O Signore degli Dèi, figli che conoscono l'osservanza,

per loro sia spiegato il sacrificio. Questa, per me, è già una grande convinzione.


  • | भैरव उवाच ||
  • | bhairava uvāca ||

Il Tremendo disse:


शृणु देवि प्रवक्ष्यामि यथा भ्रान्तिर्विनश्यति |

दीक्षा तु द्विविधा प्रोक्ता सबीजा च तथापरा || ६ ||

śṛṇu devi pravakṣyāmi yathā bhrāntir vinaśyati |

dīkṣā tu dvividhā proktā sabījā ca tathāparā || 6 ||

6) Ascolta, O Dea, ti esporrò

come l'Illusione si estingue.

La consacrazione è descritta in due forme:

una detta 'con seme' e poi c'è l'altra.


निर्बीजा च परा शान्ति निर्वाणा चाक्षया प्रिये |

समयाचारसंयुक्ता ध्यानधारणसंयुताः || ७ ||

nirbījā ca parā śānti nirvāṇā cākṣayā priye |

samayācārasaṃyuktā dhyānadhāraṇasaṃyutāḥ || 7 ||

7) Quella 'senza seme', corrisponde alla pace suprema,

l'estinzione non soggetta a deterioramento, O Cara.

Legata com'è alle usanze dell'Osservanza, essa è associata alla pratica

della meditazione e della concentrazione.


पुजाग्निहवने चैव जपव्रतविधौ स्थिता |

अधमा मध्यमा चैव उत्तमा च त्रिधा प्रिये || ८ ||

pujāgnihavane caiva japavratavidhau sthitā |

adhamā madhyamā caiva uttamā ca tridhā priye || 8 ||

8) Tale (cerimonia), stabilita nel culto, nell'offerta al fuoco e nei rituali di recitazione, è triplice: vi è la bassa, la media e la superiore, O Cara.


सिद्धिश्चैव विशेषेण सिद्ध्यते व न संशयः |

कालाग्निमादितः कृत्वा भुवनाध्वा प्रकीर्तितः || ९ ||

siddhiś caiva viśeṣeṇa siddhyate va na saṃśayaḥ |

kālāgnim āditaḥ kṛtvā bhuvanādhvā prakīrtitaḥ || 9 ||

9) L'esecuzione perfetta si svolge in modo particolare e non c'è alcun dubbio al riguardo.

Avendo posto il 'fuoco del tempo' all'inizio (del rituale), esso è celebrato come il Cammino dei mondi.


तत्त्वं वा पदसंज्ञा वा कला मन्त्रात्मकोऽपि वा |

एषाम् एकतमं शोध्यं विद्यातत्त्वं न शोधयेत् || १० ||

tattvaṃ vā padasaṃjñā vā kalā mantrātmako'pi vā |

eṣām ekatamaṃ śodhyaṃ vidyātattvaṃ na śodhayet || 10 ||

10) Che si tratti della sostanza, o della denominazione della parola, o dell'energia parziale dalla quale è animato il mantra, tra queste cose, soprattutto una deve essere purificata, ma non la sostanza della formula.


अणूनां चैव भुक्त्यर्थं सिद्ध्यर्थ चैव मन्त्रिणाम् |

मन्त्रवादे भवेद्भुक्तिर्मुख्यत्वेन सुरार्चिते || ११ ||

aṇūnāṃ caiva bhuktyarthaṃ siddhyartha caiva mantriṇām |

mantravāde bhaved bhuktir mukhyatvena surārcite || 11 ||

11) Per le entità individue, allo scopo sia delle fruizioni mondane, sia della realizzazione spirituale dei possessori dei mantra, è tramite la pronuncia che si ottiene la fruizione, in base alla dottrina dei mantra, O Venerata dagli Dèi.


मुक्तिं प्रासंगिका प्रोक्ता भुक्तिमुक्तिर्न संशयः |

अधमालोकनं प्रोक्तं परतत्त्वयुतस्य हि || १२ ||

muktiṃ prāsaṃgikā proktā bhuktimuktir na saṃśayaḥ |

adhamālokanaṃ proktaṃ paratattvayutasya hi || 12 ||

12) Tra liberazione e fruizioni, la liberazione è quella dichiarata come rilevante, su questo non vi è dubbio.

L'altra è ritenuta come luce inferiore, rispetto a quella che è connessa alla suprema realtà.


तस्माच् चैवं वरारोहे विद्यातत्त्वं प्रकीर्तितम् |

{मासं चैव तु मन्त्रीणां मन्त्रवादे प्रकीर्तितम् || १३ || }

tasmāc caivaṃ varārohe vidyātattvaṃ prakīrtitam |

{māsaṃ caiva tu mantrīṇāṃ mantravāde prakīrtitam || 13 || }

13) Pertanto, O Tu dal bel fianco, la sostanza della formula è dichiarata.

E anche il mese propizio è indicato nella dottrina dei mantra, a vantaggio dei possessori dei mantra.


निर्बीजा सर्वशुद्धा तु समयादिविवर्जिताः |

ध्यानधारणनिर्मुक्ता जपव्रतविवर्जिताः || १४ ||

nirbījā sarvaśuddhā tu samayādivivarjitāḥ |

dhyānadhāraṇanirmuktā japavratavivarjitāḥ || 14 ||

14) (Essa è) 'senza seme', completamente pura, di certo

esente dal vincolo temporale e dagli altri,

liberata dalla contemplazione e dalla meditazione,

esente da voti e recitazioni,


केवला मुक्ति रूपास् तु सानन्दा सर्वतोमुखा |

प्रधानत्वेनोपपन्ना भुक्तिप्रासंगसूचिता || १५ ||

kevalā muktirūpās tu sānandā sarvatomukhā |

pradhānatvenopapannā bhuktiprāsaṃgasūcitā || 15 ||

15) solo la Liberazione si manifesta in forme pure

e porta gioia (sānandā) in ogni direzione (sarvatomukhā).

Si presenta (upapannā) come principale (pradhānatvena) e viene

privilegiata rispetto alle fruizioni mondane.


द्वैतभावप्रपन्नस्य अद्वैतं चापिदर्शितम् |

द्वैत्वेऽपि चोक्तम् अद्वैतं मिश्रं चेच्छावशं नृणाम् || १६ ||

dvaitabhāvaprapannasya advaitaṃ cāpidarśitam |

dvaitve'pi coktam advaitaṃ miśraṃ cecchāvaśaṃ nṛṇām || 16 ||

16) Per colui che si è aggrappato alla visione duale,

è stata mostrata anche l'unicità.

Persino nella dualità è detto che l'unicità è mescolata,

soggetta alla volontà intenzionale degli esseri umani.


फलदं चित्तभेदेन अणूनां चित्तभोगदम् |

देवासुरमनुष्याणां रुचिर्भिन्ना पृथक्पृथक् || १७ ||

phaladaṃ cittabhedena aṇūnāṃ cittabhogadam |

devāsuramanuṣyāṇāṃ rucir bhinnā pṛthak pṛthak || 17 ||

17) Per le entità individue, in base alla varietà degli stati mentali,

(la dualità) può dare il frutto o il godimento al livello della mente.

La luce si presenta distinta e separata, per divinità, demoni e umani.


तेनानेकविधाभेद प्रोक्ता देवेन शूलिना |

शैवे महाध्वरो देवि चित्तवृत्त्या फलप्रदाः || १८ ||

tenānekavidhābheda proktā devena śūlinā |

śaive mahādhvaro devi cittavṛttyā phalapradāḥ || 18 ||

18) Pertanto, dal Dio con il Tridente, sono stati dichiarati vari gradi di differenze.

Nel culto di Śiva, O Dea, il grande rituale concede i frutti attraverso l'intenzione mentale.


तस्माद् एवं तु विज्ञाय क्रियाः सक्तः सदा भवेत् |

क्रिया तु फलदाः पुंसां न विज्ञानं फलप्रदम् || १९ ||

tasmād evaṃ tu vijñāya kriyāḥ saktaḥ sadā bhavet |

kriyā tu phaladāḥ puṃsāṃ na vijñānaṃ phalapradam || 19 ||

19) Pertanto, avendo compreso questo, le azioni devono sempre essere compiute in modo appropriato.

Le azioni, infatti, portano frutti mondani per gli esseri umani, mentre la conoscenza, di per sè, non conferisce frutti.


यथा स्त्री भक्षभोगज्ञो न सुखी क्रियया विना |

क्रिया तु द्विविधा ज्ञेया बाह्या अध्यात्मका स्मृताः || २० ||

yathā strī bhakṣabhogajño na sukhī kriyayā vinā |

kriyā tu dvividhā jñeyā bāhyā adhyātmakā smṛtāḥ || 20 ||

20) Così come una donna esperta nei piaceri culinari non è felice senza la preparazione materiale del cibo, allo stesso modo l'azione deve essere intesa in due modi, quella esteriore e quella spirituale, come già ricordato.


अध्यात्मा ध्यानयोगेन बाह्या पूजाव्रतादिभिः |

अवश्यकादिनिष्ठ्यान्तं दीक्षाकर्मसु विस्तरं || २१ ||

adhyātmā dhyānayogena bāhyā pūjāvratādibhiḥ |

avaśyakādiniṣṭhyāntaṃ dīkṣākarmasu vistaraṃ || 21 ||

21) La pratica spirituale è quella che si realizza attraverso la meditazione,

mentre le azioni esteriori comprendono rituali e voti, a cominciare da quelli obbligati (dalla tradizione), fino ad arrivare agli ultimi riti opzionali, attraverso le cerimonie di consacrazione e i rituali specifici.


ज्ञातव्यं तु विपश्चिद्भिः समासात्ते मयोदितं |

तस्मादन्त्येष्टि कर्तव्या गुरुणा ध्यानवेदिता || २२ ||

jñātavyaṃ tu vipaścidbhiḥ samāsāt te mayoditaṃ |

tasmād antyeṣṭi kartavyā guruṇā dhyānaveditā || 22 ||

22) Ciò deve essere conosciuto dai savi, considerando ciò che ho dichiarato.

Per questa ragione, il rito funebre deve essere eseguito sotto la guida di un maestro esperto nella meditazione.


आत्मनस्यार्थकर्तव्या प्राप्तास्वातन्त्र्यता यदि |

शिष्येणापि च कर्तव्या शास्त्रदृष्टेन कर्मणा || २३ ||

ātmanasyārthakartavyā prāptāsvātantryatā yadi |

śiṣyeṇāpi ca kartavyā śāstradṛṣṭena karmaṇā || 23 ||

23) Se si desidera realizzare lo scopo di un'anima che ha ottenuto la propria autonomia spirituale, è anche compito di un discepolo attuarlo secondo la visione degli insegnamenti.


पुत्रकः समयिकानां कर्तव्यो येन केनचित् |

दीक्षा चान्त्येष्टिकानां तु स्मृता तु परमेश्वरि || २४ ||

putrakaḥ samayikānāṃ kartavyo yena kenacit |

dīkṣā cāntyeṣṭikānāṃ tu smṛtā tu parameśvari || 24 ||

24) Il novizio deve eseguire i doveri in un determinato momento, in base a ciò che viene richiesto da qualcuno.

Così, la consacrazione, associata ai rituali funebri, è ricordata, O Suprema Signora.


दीक्षितायतिनो वाथ वोढाराश् चाग्निवाहकाः |

श्मशानान्ता प्रणेतारश् चत्वारः शुभलक्षणाः || २५ ||

dīkṣitāyatino vātha voḍhārāś cāgnivāhakāḥ |

śmaśānāntā praṇetāraś catvāraḥ śubhalakṣaṇāḥ || 25 ||

25) Gli iniziati, quindi i necrofori, i portatori del fuoco

e quelli che conducono le cerimonie nel crematorio sono quattro,

tutti recanti segni auspiciosi.


तत्र भूमिं तु शोध्यादौ तुषांगारास्थिवर्जिताः |

प्रागुदक्प्लवनां शुभ्रां चितिं तत्र प्रकल्पयेत् || २६ ||

tatra bhūmiṃ tu śodhyādau tuṣāṃgārāsthivarjitāḥ |

prāgudakplavanāṃ śubhrāṃ citiṃ tatra prakalpayet || 26 ||

26) Nel luogo adatto, il terreno deve essere purificato all'inizio, ripulito da residui di cenere e di ossa.

Si dovrà quindi costruire una pira funeraria, in un luogo di culto luminoso e pulito, con abbondanza di acqua pura.


[Il termine citi si presta ad essere inteso con un duplice significato, in base alla radice verbale considerata. In questo caso, la radice ci-, 'raccogliere', accatastare legna', con l'aggiunta del suffisso -ti, rende il significato di 'pira funeraria'. Ma la radice verbale cit-, 'pensare', con l'aggiunta del suffisso -i,

rende il significato di 'pensiero', 'attività mentale'. Nell'iconografia di ispirazione

tantrica si gioca spesso sulla corrispondenza e l'identificazione di questi due concetti.]


दक्षिणो त्वरमायातां कल्पयेत शुराग्रतः |

उत्तरां दिशिमाश्रित्य सर्वपादावसानतः || २७ ||

dakṣiṇo tvaramāyātāṃ kalpayeta śurāgrataḥ |

uttarāṃ diśim āśritya sarvapādāvasānataḥ || 27 ||

27) Verso sud, si deve approntare velocemente il rituale,

Rivolgendosi verso il nord, con passo sicuro,

si concluda il cammino.


कुण्डं तु कल्पयेद्देवि स्थण्डिला दक्षिणेन तु |

यजेद्देवं विरूपाक्षं पुष्पगन्धसमन्वितम् || २८ ||

kuṇḍaṃ tu kalpayed devi sthaṇḍilā dakṣiṇena tu |

yajed devaṃ virūpākṣaṃ puṣpagandhasamanvitam || 28 ||

28) Il sacrario deve essere preparato, o Dea, posizionando una piattaforma

verso il sud.

Si dovrà adorare il dio dall'occhio innaturale, associando (al rito funebre)

una fragranza floreale.


[Il terzo occhio di Śiva.]


अनलं तर्पयेद्देवि गर्भाधानादितः क्रमात् |

शिवाग्नि जनयेद्देवि समस्तविधिना ततः || २९ ||

analaṃ tarpayed devi garbhādhānāditaḥ kramāt |

śivāgni janayed devi samastavidhinā tataḥ || 29 ||

29) Si dovrà alimentare il fuoco, O Dea, in sequenza, accendendolo a partire dal grembo.

Si generi la fiamma di Śiva, O Dea, seguendo, quindi, l'intera procedura.


पश्चाद्दीक्षा तु कर्तव्या शास्त्रदृष्टेन कर्मणा |

संहारं क्रमयोगेन यथा तत्प्रविचार्यते || ३० ||

paścād dīkṣā tu kartavyā śāstradṛṣṭena karmaṇā |

saṃhāraṃ kramayogena yathā tat pravicāryate || 30 ||

30) In seguito, la consacrazione deve essere realizzata in conformità con la cerimonia prevista dalle Scritture.

La combustione deve svolgersi secondo il metodo appropriato, come si discute in seguito.


ग्रहणं योजनं चैव सन्धानं च वरानने |

स्थाने जन्मं तदैश्वर्यं तद्भोगापदनं तथा || ३१ ||

grahaṇaṃ yojanaṃ caiva sandhānaṃ ca varānane |

sthāne janmaṃ tadaiśvaryaṃ tadbhogāpadanaṃ tathā || 31 ||

31) In quel luogo, (si celebra) l'acquisizione, la preparazione, così come il collegamento metafisico, O Tu dal bel volto, la sua nascita, la sua signoria in vita, così anche il suo godimento mondano, infine, la sua caduta.


लयं च विष्कृतिं चैव तत्त्वे तत्त्वे तु कारयेत् |

कालाग्निशिवपर्यन्तम् एवमादिरनुक्रमात् || ३२ ||

layaṃ haviṣkṛtiṃ caiva tattve tattve tu kārayet |

kālāgniśivaparyantam evam ādir anukramāt || 32 ||

32) La dissoluzione (del corpo) e la preparazione dell'oblazione devono essere eseguite seguendo l'ordine dei princìpi.

A partire dal Fuoco del Tempo, fino al piano di Śiva, dall'inizio, così nell'ordine.


[em. mss: ca viṣkṛtiṃ]


अधिकार्यंस्तथा शोध्यं समयं तु अशेषतः |

वाचिका मानसा देवि कायिकाये व्यवस्थिताः || ३३ ||

adhikāryaṃs tathā śodhyaṃ samayaṃ tu aśeṣataḥ |

vācikā mānasā devi kāyikāye vyavasthitāḥ || 33 ||

33) In base al rango, quindi, la purificazione prevista e l'osservanza, devono svolgersi in modo completo.

Le espressioni verbali e mentali, o Dea, saranno applicate al corpo inerte.


आचाराश्च अशेषाश्च ये च सिद्धिनिरोधकाः |

मुक्तिमार्गनिरोधाश्च शोद्यास् ते तु शिवाध्वरे || ३४ ||

ācārāś ca aśeṣāś ca ye ca siddhinirodhakāḥ |

muktimārganirodhāś ca śodyās te tu śivādhvare || 34 ||

34) Le regole di condotta e tutte le restrizioni che ostacolano la realizzazione, e anche le proibizioni lungo la via della liberazione, devono essere purificate sulla base del rituale di Śiva.


शुद्धिं अशेषतः कृत्वा शवमूर्ते व्यवस्थितः |

स शिखं पञ्चवं कृत्वा स्नापयेत ततः प्रिये || ३५ ||

śuddhiṃ aśeṣataḥ kṛtvā śavamūrte vyavasthitaḥ |

sa śikhaṃ pañcavaṃ kṛtvā snāpayeta tataḥ priye || 35 ||

35) Dopo aver compiuto la completa purificazione e sistemato il corpo morto,

formando cinque ciocche di capelli, si procederà al lavaggio rituale, O Cara.


भस्मोद्गुण्डनकं कृत्वा उपवीतं समर्पयेत् |

घृतपूर्णां शुचिं कृत्वा योजयेच्छाश्वते पदे || ३६ ||

bhasmodguṇḍanakaṃ kṛtvā upavītaṃ samarpayet |

ghṛtapūrṇāṃ śuciṃ kṛtvā yojayec chāśvate pade || 36 ||

36) Dopo aver fatto il segno con la cenere sulla fronte,

si porgerà il sacro cordone.

Dopo averlo pulito e imbevuto di burro chiarificato,

occorre annodarlo definitivamente al piede.


सो चारेण प्रयोगेन योजयेत्तदनक्षरेत् |

निर्लक्षे निर्मले शान्ते शुद्धे चात्यन्तसर्वगे || ३७ ||

so cāreṇa prayogena yojayet tadanakṣaret |

nirlakṣe nirmale śānte śuddhe cātyantasarvage || 37 ||

37) Con attenzione e in modo accurato, lo si leghi senza pronunciare parola,

senza imperfezioni, privo di sporcizia, in tranquillità, purificato ritualmente

e completamente stretto.


तस्मिन्युक्ता वरारोहे न भूयोजन्मतां व्रजेत् |

पश्चात्तेनैव वह्नौ तु पादादारभ्य प्रज्वलेत् || ३८ ||

tasmin yuktā varārohe na bhūyojanmatāṃ vrajet |

paścāt tenaiva vahnau tu pādād ārabhya prajvalet || 38 ||

38) In quella condizione adatta, O Tu dal bel fianco, (egli) non tornerà a rinascere.

dopo di ciò, con quella fiamma, cominciando dai piedi, si accenda (la pira).


प्रदक्षिणत्रयं कृत्वा जलधारां प्रदापयेत् |

उदकान्तं ततो गत्वा स्नानादिरुदकक्रिया || ३९ ||

pradakṣiṇatrayaṃ kṛtvā jaladhārāṃ pradāpayet |

udakāntaṃ tato gatvā snānādir udakakriyā || 39 ||

39) Dopo aver completato tre giri in senso orario, vi sarà l'offerta di un'aspersione d'acqua.

Recandosi, quindi, presso la riva (del fiume), sono previsti i rituali acquatici

a cominciare dal rito di immersione.


प्रायश्चित्तं ततः कृत्वा बहुरूपं जपेत्ततः |

त्रिंशतं पञ्च एकं वा घृतं प्राश्य विशुद्ध्यति || ४० ||

prāyaścittaṃ tataḥ kṛtvā bahurūpaṃ japet tataḥ |

triṃśataṃ pañca ekaṃ vā ghṛtaṃ prāśya viśuddhyati || 40 ||

40) Dopo aver eseguito l'espiazione, si pratichi la recitazione di formule sacre in forme diverse, nel numero di trecento, cinque, o anche una, ci si

purifica avendo consumato del burro chiarificato.


वोढाराश् चाग्निदाताराः सर्वे ते देवि शुद्ध्यति |

एकादशा हे संप्राप्ते भोजयेत तपश्विनाम् || ४१ ||

voḍhārāś cāgnidātārāḥ sarve te devi śuddhyati |

ekādaśā he saṃprāpte bhojayeta tapaśvinām || 41 ||

41) I necrofori (voḍhāra) e i combustori tutti, O Dea, si purificano.

All'arrivo dell'undicesimo giorno, poi, si dovranno nutrire gli asceti.


आचार्यं च प्रपूज्येत वित्तशाठ्यं न कारयेत् |

यतिनस्तु ततः पूज्य दीनानाथां तथैव च || ४२ ||

ācāryaṃ ca prapūjyeta vittaśāṭhyaṃ na kārayet |

yatinas tu tataḥ pūjya dīnānāthāṃ tathaiva ca || 42 ||

42) Si dovrà onorare il maestro e non si lesini l'elemosina.

Bisogna rispettare i devoti, così come anche i poveri che sono privi di protettori.


लोकमार्गानुसारेण प्रास्त्रदृष्टेन कर्मना |

एवं शान्तिमवाप्नोति मुच्यते तु ऋणत्रयात् || ४३ ||

lokamārgānusāreṇa prāstradṛṣṭena karmanā |

evaṃ śāntim avāpnoti mucyate tu ṛṇatrayāt || 43 ||

43) Seguendo la via mondana per quanto è possibile, agendo secondo

una visione basata su una saggezza tradizionale, si ottiene, così, la pace e ci si libera dai tre obblighi.


[I tre obblighi, per un brahmano, sono: l'obbligo di castità nello studio del Veda, l'obbligo verso i Veggenti, l'obbligo del culto, verso le divinità; la procreazione di un figlio, quale obbligo verso gli antenati.]


  • | देव्य् उवाच ||
  • | devy uvāca ||

La Dea disse:


भगवन् परमेशान लोकनाथ जगत्पते |

ग्रहणं तस्य कर्तव्यं कुत्रस्थं परमेश्वर || ४४ ||

bhagavan parameśāna lokanātha jagatpate |

grahaṇaṃ tasya kartavyaṃ kutrasthaṃ parameśvara || 44 ||

44) O Beato, Supremo Sovrano, Maestro delle genti, Padrone del mondo,

è doveroso cogliere ciò che (il defunto) dispone. Ma il suo soggiorno dove sarà, O Signore Supremo?


वायुरूपो यदा ह्यात्मा शुभाशुभपथे गतः |

ग्रहणोऽस्य न विद्येत अरूपस्य तु भैरव |

आधाररहितस्यापि कथं शक्तुं महाविभो || ४५ ||

vāyurūpo yadā hy ātmā śubhāśubhapathe gataḥ |

grahaṇo'sya na vidyeta arūpasya tu bhairava |

ādhārarahitasyāpi kathaṃ śaktuṃ mahāvibho || 45 ||

45) Quando, infatti, l'anima assume una forma aerea, percorrendo

buoni e cattivi sentieri, non si sa come cogliere chi è senza forma,

O Tremendo. Come potrà manifestarsi colui che è deprivato di sostegno

corporeo, O grande Possente?


  • | भैरव उवाच ||
  • | bhairava uvāca ||

Il Tremendo disse:


शृणु देवि प्रवक्ष्यामि सन्देहविनिवृत्तये |

मन्त्रा सूक्ष्मा वरारोहे सर्वगाः सततोदिताः || ४६ ||

śṛṇu devi pravakṣyāmi sandehavinivṛttaye |

mantrā sūkṣmā varārohe sarvagāḥ satatoditāḥ || 46 ||

46) Ascolta, O Dea, io parlerò per dissipare i dubbi.

I mantra sottili, O Tu dal bel fianco, sono onnipresenti e sempre attivi.


अव्याहतगतिस्तेषां अचिन्ता पररूपिनी |

ग्रहणं ते प्रकुर्वन्ति विषशक्त्यपनोदवत् || ४७ ||

avyāhatagatis teṣāṃ acintā pararūpinī |

grahaṇaṃ te prakurvanti viṣaśaktyapanodavat || 47 ||

47) La loro dinamica non ha ostacoli, dotati come sono

di una natura suprema e inconcepibile.

Essi afferrano come la potenza di un farmaco che dissolve

i mali.


दृश्यते मन्त्रवादे तु ग्रहज्वरविनाशनम् |

सिद्धं यस्य विशेषेण नानारूपास्तु सुव्रते || ४८ ||

dṛśyate mantravāde tu grahajvaravināśanam |

siddhaṃ yasya viśeṣeṇa nānārūpās tu suvrate || 48 ||

48) Nella pratica dei mantra, inoltre, si osserva che essi debellano le febbri indotte dall'influenza dei pianeti. Tale pratica è perfetta, specialmente per colui per il quale essa si manifesta in forme diverse, O Tu dalla virtuosa osservanza.


यदेव भावम् आपन्नो भावयेन्मन्त्रवादिनः |

तत् कर्म कुरुते सीघ्रं गरुडीकृतविग्रहः || ४९ ||

yad eva bhāvam āpanno bhāvayen mantravādinaḥ |

tat karma kurute sīghraṃ garuḍīkṛtavigrahaḥ || 49 ||

49) Quando il praticante dei mantra ottiene lo stato di coscienza intenzionale,

compie rapidamente l'azione, investito dal potere di Garuḍa (la Fenice tra gli uccelli).


भावमात्रेण देवेशि सत्यमेव न संशयः |

मन्त्राध्वा च पदाध्वा च तत्त्वाध्वा च शुभेक्षणे || ५० ||

bhāvamātreṇa deveśi satyam eva na saṃśayaḥ |

mantrādhvā ca padādhvā ca tattvādhvā ca śubhekṣaṇe || 50 ||

50) Con lo stato di coscienza adatto, O Signora degli Dèi, tutto questo si invera, senza dubbio alcuno: il Cammino dei mantra, il Cammino delle Parole, il Cammino dei Princìpi costituenti, O Tu dallo sguardo bello.


कर्णाध्वानकला देवि षट्प्रकारो व्यवस्थितः |

एषामेकतमेनैक कर्तव्यं तु वरानने || ५१ ||

karṇādhvānakalā devi ṣaṭprakāro vyavasthitaḥ |

eṣām ekatamenaika kartavyaṃ tu varānane || 51 ||

51) La parte dinamica del silenzio dell'udito, O Dea, si presenta in sei modi.

Tra questi, uno solo deve essere praticato, O Tu dal volto aggraziato.


[Il verso non mi è chiaro. Una lettura diversa potrebbe essere:

karṇādhvā na kalā, "La via dell'orecchio non è parte dinamica parziale",

tuttavia, in base al contesto, preferisco intendere il semiverso leggendo i termini in un composto unificato.]


अध्वस्थो भावयेत्पूर्वं ग्रहणं तस्य कारयेत् |

न स्थितिस्तस्य देवेशि अध्वराद्बाह्यतः प्रिये || ५२ ||

adhvastho bhāvayet pūrvaṃ grahaṇaṃ tasya kārayet |

na sthiti{s t}asya deveśi adhvarād bāhyataḥ priye || 52 || *(129a |1)

52) Colui che è impegnato nel sacrificio, dovrà prima visualizzare, quindi

agire per realizzare in pratica il suo ottenimento.

Non c'è risultato stabile per lui, O Signora degli Dèi, all'infuori del sacrificio,

O Cara.


तस्मादेवं विदित्वा तु ग्रहं प्राणसमं कुरु |

सोच्चारेण प्रयोगेन शक्त्याधारस्तु सुव्रते || ५३ ||

tasmād evaṃ viditvā tu grahaṃ prāṇasamaṃ kuru |

soccāreṇa prayogena śaktyādhāras tu suvrate || 53 ||

53) Pertanto, avendo compreso in questo modo, si dovrà identificare

l'influsso dei pianeti con il soffio vitale.

Attraverso la giusta pronuncia (del mantra), si dà sostegno alla divina potenza,

O Tu dal nobile voto.


प्राणैके संस्थिताः सर्वे द्रव्याः साधनकेन तु |

प्राणान्ते च ततो योज्या परतत्त्वस्य पारगः || ५४ ||

prāṇaike saṃsthitāḥ sarve dravyāḥ sādhanakena tu |

prāṇānte ca tato yojyā paratattvasya pāragaḥ || 54 ||

54) Tutte le sostanze si unificano a costituire la vita, anche in base al rituale.

Alla fine della vita, esse torneranno a unirsi al principio supremo.


  • | देव्य् उवाच ||
  • | devy uvāca ||

La Dea disse:


भगवन्परमेशान लोकनाथ जगत्पते |

भैरवस्य तु यद्दत्तं नैवेद्यं परमेश्वरः || ५५ ||

bhagavan parameśāna lokanātha jagatpate |

bhairavasya tu yad dattaṃ naivedyaṃ parameśvaraḥ || 55 ||

55) O Beato, O Supremo Signore, O Maestro dei Mondi, O Pastore dell'Universo, la sacra offerta di cibo (naivedya) data al Tremendo, si identifica con il Signore Supremo.


तं तु देव प्रभुः स्वामि विसर्जिताविसर्जिते |

किं कर्तव्यं तु तद्दत्तं चरुं च वदनन्तरम् |

बलिमेवं कुतो देव एतदिच्छामि वेदितुम् || ५६ ||

taṃ tu deva prabhuḥ svāmi visarjitāvisarjite |

kiṃ kartavyaṃ tu tad dattaṃ caruṃ ca vadanantaram |

balim evaṃ kuto deva etad icchāmi veditum || 56 ||

56) Ma di questa (offerta), O Dio, O Possente, O Sovrano,

abbandonata o non abbandonata che sia, cosa se ne dovrà fare,

come sarà dispensato il preparato rituale, insieme al cibo che segue?

Da dove proviene siffatto pasto, O Dio? Questo voglio conoscere.


  • | भैरव उवाच ||
  • | bhairava uvāca ||

Il Tremendo disse:


शृणु देवि प्रवक्ष्यामि यत्त्वया परिपृच्छितम् |

यथाहं देवदेवेशि सर्वज्ञा सर्वतोमुखः || ५७ ||

śṛṇu devi pravakṣyāmi yat tvayā paripṛcchitam |

yathāhaṃ devadeveśi sarvajñā sarvatomukhaḥ || 57 ||

57) Ascolta, O Dea, rivelerò quello che da Te è stato ripetutamente richiesto,

poiché io sono l'Onnisciente, volto in ogni direzione, O Dea Signora degli Dèi.


तथा वै चण्डनाथोऽपि द्वैताद्वैतेषु कीर्तितः |

द्वैताद्वैतेषु यद्दत्तं नैवेद्यं परमेश्वरे || ५८ ||

tathā vai caṇḍanātho'pi dvaitādvaiteṣu kīrtitaḥ |

dvaitādvaiteṣu yad dattaṃ naivedyaṃ parameśvare || 58 ||

58) A questo proposito, anche Caṇḍanātha è menzionato nei testi riferiti al dualismo e nella dottrina dello Advaita. Ciò che viene offerto nel dualismo e nello Advaita è il naivedya, O Suprema Signora.


[Caṇḍa è un epiteto divino dal significato di 'furioso', 'irascibile', 'feroce'.

Qui si fa riferimento alla divinità cui spettano gli avanzi del rito sacrificale.

Il termine naivedya indica un'offerta alimentare.]


तं तु देवि तदुच्छिष्टं चण्डनाथे निवेदयेत् |

अविसर्जितं देवेशि अग्नौ चैव तु प्रक्षिपेत् || ५९ ||

taṃ tu devi tad ucchiṣṭaṃ caṇḍanāthe nivedayet |

avisarjitaṃ deveśi agnau caiva tu prakṣipet || 59 ||

59) Quindi, O Dea, si dovrà offrire a Caṇḍanātha ciò che è avanzato e non consumato. Altrimenti, O Signora degli Dèi, lo si getti nel fuoco.


[mss. avisarjita]


जले वाथ च देवेशि दापयेत्परमेश्वरि |

विसर्जितस्य देवस्य निर्माल्यं तु तदुच्यते || ६० ||

jale vātha ca deveśi dāpayet parameśvari |

visarjitasya devasya nirmālyaṃ tu tad ucyate || 60 ||

60) Oppure lo si affidi all'acqua, O Signora degli Dèi, O Suprema Signora.

Ciò che rimane dell'offerta per la divinità, è detto nirmālya.


[Il termine nirmālya, indica soprattutto l'offerta di fiori e ghirlande avanzata

da una cerimonia]


न दद्याद्भोजलाग्निभ्यस्तद्द्रव्यं न तु हिंसयेत् |

द्रव्यं चण्डेश्वरं नाम पूर्वदत्तं मया प्रिये || ६१ ||

na dadyād bhojalāgnibhyas tad dravyaṃ na tu hiṃsayet |

dravyaṃ caṇḍeśvaraṃ nāma pūrvadattaṃ mayā priye || 61 ||

61) Non si dovrà dare quell'ingrediente a chi è semplicemente affamato o al fuoco, nè profanarlo.

Quell'ingrediente, conosciuto come caṇḍeśvara, è già donato in precedenza da me, O Cara.


भक्षणाद्धत्वते देवश्चण्डेशः परमेश्वरः |

दत्तशेषं चरु प्रोक्तं नैवेद्यं हि तदुच्यते || ६२ ||

bhakṣaṇād dhatvate devaś caṇḍeśaḥ parameśvaraḥ |

dattaśeṣaṃ caru proktaṃ naivedyaṃ hi tad ucyate || 62 ||

62) Il dio Caṇḍeśa, aspetto del Sommo Signore, è colui che si nutre dei resti.

Il pasto che viene offerto e che rimane, detto "caru", si chiama naivedya.


तेन वीरास्तु सन्तर्प्य भगिन्यो वाथ योषितः |

आत्मनो वाथ देवेशि तज्जुष्टं प्रार्थ्य भक्षयेत् || ६३ ||

tena vīrās tu santarpya bhaginyo vātha yoṣitaḥ |

ātmano vātha deveśi taj juṣṭaṃ prārthya bhakṣayet || 63 ||

63) Con questo (cibo) gli Eroi nutriranno le sorelle o le donne.

Per quanto riguarda se stessi, O Signora degli Dèi, si dovrebbe sempre desiderare e consumare ciò che è appropriato.


बलिमादौ ततः कल्प्य क्षेत्रभूतप्रपालयोः |

नान्यथा हिंसयेज्जुष्टं देव्यायाः पुरतः स्थितः || ६४ ||

balim ādau tataḥ kalpya kṣetrabhūtaprapālayoḥ |

nānyathā hiṃsayej juṣṭaṃ devyāyāḥ purataḥ sthitaḥ || 64 ||

64) L'offerta iniziale deve essere pensata per la protezione dagli spiriti della terra. Non si deve mai infliggere violenza a ciò che è gradito alle Dee che dimorano davanti a voi.


देवस्य च विशेषेण यथा भैरवमब्रवीत् |

बहिर्चरणिका वाथ शोभार्थे यत्प्रकीर्तितम् || ६५ ||

devasya ca viśeṣeṇa yathā bhairavam abravīt |

bahir caraṇikā vātha śobhārthe yat prakīrtitam || 65 ||

65) E per la divinità in particolare, come si è detto riguardo a Bhairava,

anche le sue orme esteriori sono descritte per la bellezza che esse portano.


भक्षयेद्दापयेत् प्राज्ञस्तत्र दोषो न विद्यते |

अन्यथा तु विलोमं स्यात् सिद्धिहानिस्तु जायते || ६६ ||

bhakṣayed dāpayet prājñas tatra doṣo na vidyate |

anyathā tu vilomaṃ syāt siddhihānis tu jāyate || 66 ||

66) L'uomo saggio deve nutrirsi e soddisfarsi, non vi è colpa in questo.

Altrimenti, si verificherebbe l'opposto e si perderebbe il perfezionamento.


सिद्धिहानिर्यदा जाता न मोक्षो नरकं व्रजेत् |

तस्मात् सर्वप्रयत्नेन वर्जयेच्चण्डवद्यथा || ६७ ||

siddhihānir yadā jātā na mokṣo narakaṃ vrajet |

tasmāt sarvaprayatnena varjayec caṇḍavad yathā || 67 ||

67) La perdita del successo realizzativo, quando si verifica,

non porta liberazione, ma conduce all'inferno.

Pertanto, con ogni sforzo, si deve evitare un comportamento irascibile.


भक्षणात् क्रव्यादतां याति यावत्कालमहामुखम् |

भवते नात्र सन्देहः सत्यं सत्यं न संशयः |

रक्ताकृष्टिविधानेन सर्वकामान् अवाप्नुयात् || ६८ ||

bhakṣaṇāt kravyādatāṃ yāti yāvatkālamahāmukham |

bhavate nātra sandehaḥ satyaṃ satyaṃ na saṃśayaḥ |

raktākṛṣṭividhānena sarvakāmān avāpnuyāt || 68 ||

68) A causa del nutrimento, l'uomo soggiace alla malattia, così fino alla fine della sua vita; non c'è dubbio su questo.

In verità, in verità, non c'è incertezza.

Attraverso il rito del sangue (esposto altrove nel Tantrasadbhāva),

si ottengono tutti i desideri.




  • | इति भैरवस्रोतसि महातन्त्रे विद्यापीठे सप्तकोटिप्रमाणे

श्रीतन्त्रसद्भावे अन्त्येष्ट्याधिकारो नाम षड्विंशः पटलः ||

  • | iti bhairavasrotasi mahātantre vidyāpīṭhe saptakoṭipramāṇe

śrītantrasadbhāve antyeṣṭyādhikāro nāma ṣaḍviṃśaḥ paṭalaḥ ||

Così, nella Corrente di Bhairava, nel grande Tantra, nel Santuario delle Formule

in sette miriadi di elementi di Conoscenza, nel glorioso Tantrasadbhāva,

il ventiseiesimo capitolo intitolato "Istruzioni sul Rito Finale".


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