Yogin, alchimisti e medici
Una testimonianza di Marco Polo (XIII°sec.)
Nella sua descrizione della regione del Malabar, pianura costiera dell'India sud-occidentale, Marco Polo (1254-1324) ci testimonia la presenza, nel territorio, di particolari e misteriosi personaggi, al contempo yogin, alchimisti e medici, noti per l'abilità, a loro attribuita, nel realizzare composti di mercurio e zolfo, da loro stessi assunti, regolarmente, per ottenere longevità:
[...] Questi bregomanni [i.e. i Brahmani] vivono piú che gente che sia al mondo, perché mangiano poco e fanno magiore astine(n)za; li denti ànno bonissimi per una erba ch'egli usano a mangiare. E v'à uomini 'regolati' [i.e. sottoposti a 'regola' o disciplina ascetica] che vivono piú ch'altra gente, e vivono bene 150 anni o 'nfino 200 anni, e tutti sono prosperosi a servire loro idoli; e tutto questo è per la grande astinenza ch'e' fanno. E questi 'regolati' si chiamano 'congi(u)gati', oppure 'ciugi', [i.e. gli yogin].
E mangiano sempre buone vivande, cioè, lo piú, riso e latte; e questi 'congiugati' pigliano ogne mese uno cotale beveraggio: che tòlgoro arien(t)o vivo e solfo, e míschiallo insieme coll'acqua e béollo; e dicono che questo tiene sano e 'lunga gioventudine, e tutti quelli che l'usano vivono piú delli altri [...].
(Marco Polo, Milione, par.173, "Della provincia di Lar".
Cfr. D.G. White: The Alchemical Body. Siddha Traditions in Medieval India, The University of Chicago Press, Chicago and London 1996, p.50).