La Coscienza Assoluta e la Dottrina del 'Riconoscimento'

26.02.2018

Kṣemarāja, "Pratyabhijñāhṛdaya" [il 'Cuore del Riconoscimento"] (XI°secolo) - 

(Prima Parte)


I filosofi indiani appartenenti, come Kṣemarāja, alle Scuole monistiche del Kashmir legate allo Śivaismo tantrico, ritenevano che la Coscienza Assoluta, identificata con il Signore e concepita sotto forma di Luce, fosse l'unico Princìpio Causale, onnicomprensivo, nello sviluppo dell'Universo. Il Riconoscimento di questa verità, corrispondeva alla Gnosi e, di conseguenza, alla Liberazione.

Qui, intendiamo presentare una lettura integrale di questo importante testo, costituito da venti Aforismi, con il relativo Commento.


Approfondimenti:



ॐ नमो मङ्गलमूर्तये ।

oṃ namo maṅgalamūrtaye /


Oṃ. Lode a (Colui che è) Effigie di buon Auspicio.


अथ प्रत्यभिज्ञाहृदयम् ॥

atha pratyabhijñāhṛdayam //


Adesso, (inizia) "Il Cuore del Riconoscimento".


नमः शिवाय सततं पञ्चकृत्यविधायिने ।

चिदानन्दघनस्वात्मपरमार्थावभासिने ॥१॥

namaḥ śivāya satataṃ pañcakṛtyavidhāyine /

cidānandaghanasvātmaparamārthāvabhāsine // 1 //


Lode a Śiva che, eternamente, presiede alle Cinque Operazioni,*

(a Lui), che illustra la suprema Realtà del proprio Essere, saturo di Coscienza e Beatitudine.


*[Creazione, Mantenimento, Distruzione dei Mondi, Offuscamento, Grazia Salvifica]


शांकरोपनिषत्सारप्रत्यभिज्ञामहोदधेः ।

क्षेमेणोद्धृयते सारः संसारविषशान्तये ॥२॥

śāṃkaropaniṣatsārapratyabhijñāmahodadheḥ /

kṣemeṇoddhṛyate sāraḥ saṃsāraviṣaśāntaye // 2 //


(Ricavato) dal Grande Oceano del Riconoscimento, (che è) il Succo dell'Insegnamento arcano del Benevolo, da Kṣema(rāja), viene preso un'Estratto, per neutralizzare il Veleno della Trasmigrazione.


इह ये सुकुमारमतयोऽकृततीक्ष्णतर्कशास्त्रपरिश्रमाः

शक्तिपातोन्मिषितपारमेश्वरसमावेशाभिलाषिणः

कतिचित् भक्तिभाजः तेषाम् ईश्वरप्रत्यभिज्ञोपदेशतत्त्वं मनाक् उन्मील्यते ।

iha ye sukumāramatayo 'kṛtatīkṣṇatarkaśāstrapariśramāḥ

śaktipātonmiṣitapārameśvarasamāveśābhilāṣiṇaḥ

katicit bhaktibhājaḥ teṣām īśvarapratyabhijñopadeśatattvaṃ manāk unmīlyate /


Qui, coloro che, essendo di mente inesperta, non hanno portato a termine la fatica dei sottili trattati di logica, (ma che), anelanti alla Compenetrazione col supremo Signore, dischiusa dall'Investitura di Potenza, (sono) partecipi di un sentimento di devozione, per essi, la Realtà della Dottrina del Riconoscimento del Signore, in modo graduale, viene svelata.


तत्र स्वात्मदेवताया एव सर्वत्र कारणत्वं

सुखोपायप्राप्यत्वं महाफलत्वं च अभिव्यङ्क्तुम् आह।

tatra svātmadevatāyā eva sarvatra kāraṇatvaṃ sukhopāyaprāpyatvaṃ

mahāphalatvaṃ ca abhivyaṅktum āha /


A tale proposito, per esplicitare sia la Causalità della Divinità che è il proprio Sè, ovunque (operante), sia il fatto che ciò è ottenibile con mezzi facili, sia il fatto che ciò è accompagnato da un grande 'Frutto' [ovvero, la Gnosi], venne affermato:


चितिः स्वतन्त्रा विश्वसिद्धिहेतुः ॥१॥

citiḥ svatantrā viśvasiddhihetuḥ // 1 //


1) La Coscienza, Assoluta, (è) la Causa, nella Realizzazione dell'Universo.


विश्वस्य सदाशिवादेः भूम्यन्तस्य सिद्धौ निष्पत्तौ प्रकाशने स्थित्यात्मनि

परप्रमातृविश्रान्त्यात्मनि च संहारे पराशक्तिरूपा

चितिः भगवती स्वतन्त्रा अनुत्तरविमर्शमयी शिवभट्टारकाभिन्ना हेतुः कारणम् ।

viśvasya sadāśivādeḥ bhūmyantasya siddhau niṣpattau prakāśane sthityātmani parapramātṛviśrāntyātmani ca saṃhāre parāśaktirūpā citiḥ bhagavatī svatantrā anuttaravimarśamayī śivabhaṭṭārakābhinnā hetuḥ kāraṇam /


Dell'Universo, (ovvero) iniziando dal (Piano di) Sadāśiva fino al (Piano della) Terra. Nella Realizzazione, (cioè) nel compimento, nella manifestazione, nel Sè (che è) il mantenimento (dell'esistenza), nel Sè (che è) il Riposo del supremo Soggetto Conoscitore e nel Riassorbimento (finale) [dell'Universo, appunto], naturata (com'è) di suprema Potenza, la Coscienza, (ovvero) la Beata, Assoluta, (cioè) consistente nella Riflessione Eccelsa, inseparata dal nobile Śiva, (è) la Causa, (cioè) il Fattore causale.


अस्यां हि प्रसरन्त्यां जगत् उन्मिषति व्यवतिष्ठते च

निवृत्तप्रसरायां च निमिषति

इति स्वानुभव एव अत्र साक्षी ।

asyāṃ hi prasarantyāṃ jagat unmiṣati vyavatiṣṭhate ca

nivṛttaprasarāyāṃ ca nimiṣati

iti svānubhava eva atra sākṣī /


Quando Essa, infatti, (è) dispiegantesi, il Mondo si dischiude (all'esistenza) e permane (nel suo ordine). E, cessato il (Suo) dispiegarsi, (il Mondo) richiude gli occhi. Così, soltanto nella propria Esperienza, là, (Essa è) Testimone.


अन्यस्य तु मायाप्रकृत्यादेः चित्प्रकाशभिन्नस्य अप्रकाशमानत्वेन

असत्त्वान्न क्वचिदपि हेतुत्वम्प्रकाशमानत्वे तु प्रकाशैकात्म्यात् प्रकाशरूपा

चितिरेव हेतुः न त्वसौ कश्चित् ।

anyasya tu māyāprakṛtyādeḥ citprakāśabhinnasya aprakāśamānatvena

asattvān na kvacid api hetutvam prakāśamānatve tu prakāśaikātmyāt prakāśarūpā

citir eva hetuḥ na tv asau kaścit /


Di cosa altra, invece, (come l'insieme dei Princìpi) māyā, prakṛti, eccetera, (che è) diversa dalla Luce della Coscienza, poichè non si dà uno 'splendere', da parte di (un qualcosa che è) privo di esistenza, (allora) non (vi è), in alcun modo, una funzione Causale. Ma, poichè, quando si verifica un'Apparire, (avviene) un'identificazione con la Luce, formata (com'è) di Luce, la Coscienza soltanto (è) Causa. Nient'altro.


अत एव देशकालाकारा एतत्सृष्टा एतदनुप्राणिताश्च

नैतत्स्वरूपं भेत्तुमलमिति व्यापकनित्योदितपरिपूर्णरूपा

इयमित्यर्थलभ्यमेव एतत् ।

ata eva deśakālākārā etatsṛṣṭā etadanuprāṇitāś ca

naitatsvarūpaṃ bhettum alam iti vyāpakanityoditaparipūrṇarūpā

iyam ityarthalabhyam eva etat /


Per questo fatto, le Forme (consistenti) nello Spazio e nel Tempo, da Questa emanate e da Questa animate, non sono in grado di frammentarne la Natura Essenziale. Così, la Natura diffusa, perpetua, completamente ricolma, (è) Questa. Così, il significato da apprendersi (è) soltanto questo.


ननु जगदपि चितो भिन्नं नैव किंचितभेदे च कथं हेतुहेतुमद्भावः उच्यते ।

nanu jagad api cito bhinnaṃ naiva kiṃcit abhede ca kathaṃ hetuhetumadbhāvaḥ ucyate /

Alcuni, però, obietteranno: ammettendo che il mondo non è affatto cosa distinta dalla Coscienza, in che modo potrà essere sostenuta una relazione di Causa ed Effetto, anche in ciò che è privo di distinzione?


चिदेव भगवती स्वच्छस्वतन्त्ररूपा तत्तदनन्तजगदात्मना स्फुरति

इत्येतावत्परमार्थोऽयं कार्यकारणभावः ।

cid eva bhagavatī svacchasvatantrarūpā tattadanantajagadātmanā sphurati

ity etāvat paramārtho 'yaṃ kāryakāraṇabhāvaḥ /


(Si risponderà che) soltanto la Coscienza, la Beata, la cui natura è libera e assoluta, sotto forma di questi e quei mondi infiniti, si manifesta. In tal senso (vi è) questa realtà suprema, la nozione di Soggetto e Oggetto.


यतश्च इयमेव प्रमातृप्रमाणप्रमेयमयस्य विश्वस्य सिद्धौ प्रकाशने हेतुः

ततोऽस्याः स्वतन्त्रापरिच्छिन्नस्वप्रकाशरूपायाः सिद्धौ अभिनवार्थप्रकाशनरूपं

न प्रमाणवराकमुपयुक्तमुपपन्नं वा ।

yataś ca iyam eva pramātṛpramāṇaprameyamayasya viśvasya siddhau prakāśane hetuḥ tato 'syāḥ svatantrāparicchinnasvaprakāśarūpāyāḥ siddhau abhinavārthaprakāśanarūpaṃ na pramāṇavarākam upayuktam upapannaṃ vā /


Inoltre, poichè soltanto questa (Coscienza) è la causa della Realizzazione - cioè - della manifestazione dell'universo costituito di Conoscitore, Mezzi di Conoscenza e Conoscibile, ne consegue che, nel venire a capo di essa, la cui natura è di per sè luminosa, illimitata e assoluta, la limitatezza dei mezzi di conoscenza, aventi come funzione il mettere in luce nuovi oggetti, non è appropriata, nè applicabile.


तदुक्तं त्रिकसारे ।

tad uktaṃ trikasāre /


स्वपदा स्वशिरश्छायां यद्वल्लङ्घितुमीहते ।

पादोद्देशे शिरो न स्यात्तथेयं बैन्दवी कला ॥इति॥

svapadā svaśiraśchāyāṃ yadval laṅghitum īhate /

pādoddeśe śiro na syāt tatheyaṃ baindavī kalā // iti /


Questo viene detto nel Trikasāra ['Essenza della (Dottrina della) Triade']:

          "Così come, con il proprio piede, oltre l'ombra della propria testa, di saltare, si tenta  (invano); al posto del piede, la testa non potrà trovarsi. Simile, (è) questa Forza Elementare (propria del bindu").


यतश्च इयं विश्वस्य सिद्धौ पराद्वयसमारस्यापादनात्मनि च संहरे हेतुः

तत एव स्वतन्त्रा ।

yataś ca iyaṃ viśvasya siddhau parādvayasamārasyāpādanātmani ca saṃhare hetuḥ tata eva svatantrā /


Inoltre, per il fatto che questa [Coscienza], nella Realizzazione dell'Universo e nel Riassorbimento, consistente nel riprendere in sè la suprema, non duale identità, (è) la Causa, perciò, appunto, essa (è detta) 'Assoluta'.


प्रत्यभिज्ञातस्वातन्त्र्या सती भोगमोक्षस्वरूपाणां विश्वसिद्धीनां हेतुः /

इत्यावृत्त्या व्याख्येयम् ।

pratyabhijñātasvātantryā satī bhogamokṣasvarūpāṇāṃ viśvasiddhīnāṃ hetuḥ /

ity āvṛttyā vyākhyeyam /


Essendo la sua autonoma libertà riconosciuta come tale, delle Realizzazioni dell'Universo, connaturate di Fruizione e Liberazione, (essa è) la Causa. Così, ribadendo il concetto, potrei spiegare.


अपि च विश्वं नीलसुखदेहप्राणादि तस्य या सिद्धिः प्रमानोपारोहक्रमेण विमर्शमयप्रमात्रावेशः

सैव हेतुः परिज्ञाने उपायो यस्याः ।

api ca viśvaṃ nīlasukhadehaprāṇādi tasya yā siddhiḥ pramānopārohakrameṇa vimarśamayapramātrāveśaḥ saiva hetuḥ parijñāne upāyo yasyāḥ /


E inoltre, l'Universo, (cioè), il colore blu, il piacere, il corpo, il soffio vitale, eccetera - di esso - quella che è la Realizzazione, cioè, l'immersione nel Soggetto Conoscitore, costituita di Riflessione Conoscitiva (vimarśa), con la successione ascendente dei Mezzi di Conoscenza, Essa [Coscienza] soltanto, (è) la Causa, cioè il Mezzo (upāya) per la completa conoscenza di quella [Realizzazione (siddhi)].


अनेन च सुखोपायत्वमुक्तम् ।

anena ca sukhopāyatvam uktam /

E con questo, il Mezzo Facile (è) stato esposto.


यदुक्तं श्रीविज्ञानभट्टारके ।

yad uktaṃ śrīvijñānabhaṭṭārake /


ग्राह्यग्राहकसंवित्तिः सामान्या सर्वदेहिनाम् ।

योगिनां तु विशेषो ऽयं संबन्धे सावधानता ॥इति॥

grāhyagrāhakasaṃvittiḥ sāmānyā sarvadehinām /

yogināṃ tu viśeṣo 'yaṃ* saṃbandhe sāvadhānatā // iti /


Ciò che viene detto nel glorioso Vijñānabhaṭṭāraka [La '(Scrittura) Nobile, in quanto Conoscenza Discriminativa', cioè, il 'Vijñānabhairava', al verso 106]:


"La Cognizione di 'Ghermibile' (Oggetto) (e) 'Ghermitore' (Soggetto), (è) generale, per tutte le Creature incarnate. Per gli yogin, tuttavia, la distinzione (è) questa: nella Connessione [là dove i due concetti si toccano], (vi è) Presa di Consapevolezza".

*[var. yogināṃ tu viśeṣo 'sti]


चितिः इति एकवचनं देशकालाद्यनवच्छिन्नतामभिदधत्समस्तभेदवादानामवास्तवतां व्यनक्ति ।

citiḥ iti ekavacanaṃ deśakālādyanavacchinnatām abhidadhat samastabhedavādānām avāstavatāṃ vyanakti /


(Il termine) 'Coscienza' (citi), (usato) al singolare, denotando una condizione non limitata da spazio, tempo, eccetera, di tutto l'insieme delle teorie dualiste mostra l'infondatezza.


स्वतन्त्रशब्दो ब्रह्मवादवैलक्षण्यमाचक्षाणः चितो माहेश्वर्यसारतां ब्रूते ।

svatantraśabdo brahmavādavailakṣaṇyam ācakṣāṇaḥ cito māheśvaryasāratāṃ brūte /


La parola 'Assoluta' [oppure, 'autonoma'] (svatantra), manifestando diversità, rispetto alla Dottrina brahmanica [dualista], della Coscienza, la consustanzialità con la Maestà del Signore, sostiene.


विश्व इत्यादिपदमशेषशक्तित्वं सर्वकारणत्वं सुखोपायत्वं

महाफलं च आह ॥१॥

viśva ityādipadam aśeṣaśaktitvaṃ sarvakāraṇatvaṃ sukhopāyatvaṃ

mahāphalaṃ ca āha // 1 //


La parola che incomincia con 'Universo' (viśva), (il fatto di essere) Potenzialità totale, (il fatto di essere) Causalità universale, (il fatto di essere) un facile mezzo salvifico e (il fatto di consistere) nel grande 'Frutto', esprime.



ननु विश्वस्य यदि चितिः हेतुः तत् अस्या उपादानाद्यपेक्षायां भेदवादापरित्यागः स्यात्

इत्याशङ्क्य आह ।

nanu viśvasya yadi citiḥ hetuḥ tat asyā upādānādyapekṣāyāṃ bhedavādāparityāgaḥ syāt

ity āśaṅkya āha /


Alcuni, però, obietteranno: "Se, dell'Universo, la Coscienza è la Causa, poichè, di Essa, vi (è) dipendenza da una Causa, a cominciare da quella materiale, vi potrà essere un abbandono non completo della Dottrina dualista". In risposta, si disse:



स्वेच्छया स्वभित्तौ विश्वमुन्मीलयति ॥२॥

svecchayā svabhittau viśvam unmīlayati // 2 //

2) Per sua Volontà, sul suo Schermo, l'Universo (Essa) fa apparire.



स्वेच्छया न तु ब्रह्मादिवदन्येच्छया । तयैव च न तु उपादानाद्यपेक्षया ।

एवं हि प्रागुक्तस्वातन्त्र्यहान्या चित्त्वमेव न घटेत । स्वभित्तौ न तु अन्यत्र

क्वापि ।

svecchayā na tu brahmādivad anyecchayā / tayaiva ca na tu upādānādyapekṣayā / evaṃ hi prāguktasvātantryahānyā cittvam eva na ghaṭeta / svabhittau na tu anyatra kvāpi /


'Per sua Volontà' (svecchayā), non per volontà di altri, come Brahmā e (gli Dei) che fanno seguito; e inoltre, soltanto grazie ad essa, e non in dipendenza da (fattori quali) Causa materiale, e così via. Se così fosse, infatti, col venir meno dell'autonoma volontà di cui si è parlato, la Coscienzialità non sarebbe, invero, logicamente sostenibile. 'Sul suo Schermo' (svabhittau); non, infatti, altrove.


प्राक् निर्णीतं विश्वं दर्पणे नगरवतभिन्नमपि भिन्नमिव उन्मीलयति ।

उन्मीलनं च अवस्थितस्यैव प्रकटीकरणं ।

इत्यनेन जगतः प्रकशैकात्म्येनावस्थानमुक्तम् ॥२॥

prāk nirṇītaṃ viśvaṃ darpaṇe nagaravat abhinnam api bhinnam iva unmīlayati /

unmīlanaṃ ca avasthitasyaiva prakaṭīkaraṇaṃ /

ity anena jagataḥ prakaśaikātmyenāvasthānam uktam // 2 //


Come, in precedenza, detto, (la Coscienza) fa apparire l'Universo come la [ben nota similitudine della] Città riflessa in uno specchio, composta di elementi singolarmente distinguibili, seppure inseparabili [dalla superficie]. E l'Apparizione, (è) il Manifestarsi, in modo visibile, soltanto di ciò che (è) già presente. Così, la Condizione esistenziale del Mondo, come Identità con la Luce Coscienziale, (è) definita.


अथ विश्वस्य स्वरूपं विभागेन प्रतिपादयितुमाह ।

atha viśvasya svarūpaṃ vibhāgena pratipādayitum āha /


Adesso, per chiarificare, via via, la natura propria dell'Universo, si disse:



तन् नाना अनुरूपग्राह्यग्राहकभेदात् ॥३॥

tan nānā anurūpagrāhyagrāhakabhedāt // 3 //


3) Esso (è) Molteplice, a causa di una divisione tra Oggetto [il 'Ghermibile' (grāhya)] e Soggetto [il 'Ghermitore' (grāhaka)] (della Percezione), conformi.



तन् विश्वं नाना अनेकप्रकारम् । कथं अनुरूपाणां परस्परौचित्यावस्थीनां ग्राह्याणां

ग्राहकाणां च भेदाद् वैचित्र्यात् ।

tan viśvaṃ nānā anekaprakāram / kathaṃ anurūpāṇāṃ parasparaucityāvasthīnāṃ

grāhyāṇāṃ grāhakāṇāṃ ca bhedād vaicitryāt /


Esso (tat) - l'Universo - (è) Molteplice (nānā), cioè, consistente di molti (elementi). Come è possibile? A causa di una divisione (bhedāt), (cioè), da una diversificazione, in Oggetti (grāhya) e Soggetti (grāhaka) della Percezione, conformi (anurūpa), assumenti, (cioè), un comportamento di reciproca corrispondenza.


(Fine della Prima Parte)


Seconda Parte

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